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Tracce II by Alessandro de Leo

Quello che vedete è un progetto autonomo, ma al contempo un'evoluzione di una serie precedente e un punto di partenza verso uno studio successivo.
Un progetto autonomo, perché ha avuto un inizio ed una fine, con un'immagine molto precisa nella mia mente alla quale ho sovrapposto, in modo tremendamente fisico, i volti dei miei soggetti. E' però innegabile il rapporto con la serie che anni fa battezzai “Tracce”: una successione di volti divorati dall'ombra, che a fatica riescono a far emergere soltanto pochissimi tratti. E' per questo motivo che, seppur sia considerabile una sequenza a sé stante, questa che vi mostro ha un debito talmente forte con la serie precedente che non riesce a liberarsi dal suo nome.
La traccia lasciata dai volti di Tracce II non è più puramente visiva, si è fatta fisica; talmente tattile da deformare la pelle a causa del contatto.
Tutto questo si è rivelato, a sua volta, un punto di partenza verso un passo successivo, una sequenza attualmente in fase di realizzazione che sarà resa pubblica nel momento e nelle modalità che riterrò più opportuni.
Come ogni traccia: è un segno del passato, col quale interagiamo nel presente per orientarci verso il futuro.

Matera by Alessandro de Leo

La mostra Radici e percorsi mi ha portato in quel di Matera. Trattasi di una collettiva il cui nome di punta è Gianni Berengo Gardin; nel caso specifico sono esposte sue foto scattate negli anni '50 e '60 nella città lucana. Superfluo dirlo, i suoi scatti sono quasi tutti bellissimi, in particolar modo quelli in cui ha inquadrato bambini. Una visita è quindi vivamente consigliata, soprattutto per chi, come il sottoscritto, non aveva ancora mai visto quelle particolari foto.

Durante il mio girovagare ho scattato anch'io qualche foto: il paragone con Gardin è impietoso, quindi risparmiamocelo.