Reportage

Il Maggio di Accettura by Alessandro de Leo

A pochi mesi di distanza dal carnevale di Aliano, rieccomi in Basilicata per un'altra delle tipiche ricorrenze pagane di questa regione, il Maggio di Accettura.

Mi stupisco sempre di come questa terra sia riuscita a resistere all'invasione del Cristianesimo, facendo sopravvivere le proprie tradizioni, contaminate solo in minima parte dalla globalizzazione religiosa. Forse perché, come scrive Carlo Levi, la Basilicata è rimasta estranea alla storia: guerre e dominazioni varie non l'hanno mai interessata, e ciò caratterizza nel bene e nel male questa regione.

Non mi dilungherò nella descrizione della ricorrenza, non è di mia competenza ed è spiegato tutto sul sito ufficiale del Maggio di Accettura. Mi limiterò a descrivere brevemente ciò che ho visto: la popolazione locale sente tantissimo questo evento, con tanto di rivalità fra le fazioni che trasportano il Maggio e la Cima (e cori da stadio annessi: "salutate i cimaioli!"); il vino abbonda ovunque e viene offerto a chiunque tramite una botticella che versa inevitabilmente metà del contenuto sui vestiti; conseguenza ne è un'ubriachezza diffusa, sia fra giovani che anziani (poco importa). Insomma, la tipica atmosfera pagana, per cui lo scopo principale è far baldoria, lontana anni luce dalle ricorrenze cristiane all'insegna di mestizia e pentimento.