Matera by Alessandro de Leo

La mostra Radici e percorsi mi ha portato in quel di Matera. Trattasi di una collettiva il cui nome di punta è Gianni Berengo Gardin; nel caso specifico sono esposte sue foto scattate negli anni '50 e '60 nella città lucana. Superfluo dirlo, i suoi scatti sono quasi tutti bellissimi, in particolar modo quelli in cui ha inquadrato bambini. Una visita è quindi vivamente consigliata, soprattutto per chi, come il sottoscritto, non aveva ancora mai visto quelle particolari foto.

Durante il mio girovagare ho scattato anch'io qualche foto: il paragone con Gardin è impietoso, quindi risparmiamocelo.

Diario fotografico, pag.1 by Alessandro de Leo

Questa è la prima pagina del mio diario fotografico.

Si tratta di un diario personale in cui ho deciso d'appuntare alcuni momenti della mia vita che ritengo degni di una traccia, in modo da poterli sfogliare a distanza d'anni e farmi rivivere le sensazioni provate in quegli istanti. Non si tratta però di memorie in prosa, ma di appunti visivi, d'immagini che, attraverso dei simboli, rimandano all'episodio al quale ho deciso di rendere omaggio. Trattandosi di un diario strettamente personale le immagini possono essere decodificate soltanto dal sottoscritto e dalle persone coinvolte direttamente nell'esperienza, tutte le altre potranno osservare solo la superficie della fotografia.

La prima pagina del diario s'intitola "Marmellata di pesche".

Data: 28 giugno 2014.

Marmellata-di-pesche.jpg

Il Maggio di Accettura by Alessandro de Leo

A pochi mesi di distanza dal carnevale di Aliano, rieccomi in Basilicata per un'altra delle tipiche ricorrenze pagane di questa regione, il Maggio di Accettura.

Mi stupisco sempre di come questa terra sia riuscita a resistere all'invasione del Cristianesimo, facendo sopravvivere le proprie tradizioni, contaminate solo in minima parte dalla globalizzazione religiosa. Forse perché, come scrive Carlo Levi, la Basilicata è rimasta estranea alla storia: guerre e dominazioni varie non l'hanno mai interessata, e ciò caratterizza nel bene e nel male questa regione.

Non mi dilungherò nella descrizione della ricorrenza, non è di mia competenza ed è spiegato tutto sul sito ufficiale del Maggio di Accettura. Mi limiterò a descrivere brevemente ciò che ho visto: la popolazione locale sente tantissimo questo evento, con tanto di rivalità fra le fazioni che trasportano il Maggio e la Cima (e cori da stadio annessi: "salutate i cimaioli!"); il vino abbonda ovunque e viene offerto a chiunque tramite una botticella che versa inevitabilmente metà del contenuto sui vestiti; conseguenza ne è un'ubriachezza diffusa, sia fra giovani che anziani (poco importa). Insomma, la tipica atmosfera pagana, per cui lo scopo principale è far baldoria, lontana anni luce dalle ricorrenze cristiane all'insegna di mestizia e pentimento.

Dietro lo scatto by Alessandro de Leo

Chi bazzicava il mio vecchio blog sa che di tanto in tanto descrivo la procedura per ottenere un determinato scatto.

Questo è uno di quei casi. La foto della quale parlerò è la seguente:

Melanzana-su-nero-tagliata.jpg

Si tratta di una melanzana, ripresa dall'alto, su sfondo nero.

Per ottenere un bordo luminoso uniforme come quello in foto è sufficiente usare una sola luce! Ma andiamo con ordine: la melanzana è posta su di una lastra di vetro, sotto la lastra c'è un telo bianco (fungerà da diffusore), sotto il quale c'è una luce (posta sul pavimento) diretta verso la melanzana. Questo espediente creerà quel bordo luminoso di cui parlavo, bisogna solo stare molto attenti a non bruciare alcun dettaglio (occhio all'esposizione quindi!).

Per ottenere lo sfondo nero è sufficiente ritagliare un cartoncino nero della stessa forma della melanzana, solo un po' più grande, e che sarà posto fra il frutto e la lastra di vetro. In tal modo sarà molto semplice riempire di nero tutto lo spazio bianco rimanente in fase di postproduzione.

Essendo la luce diretta verso l'obiettivo c'è il concreto rischio d'incappare nella rifrazione (o flare, per gli anglofoni), il che porterebbe ad una sensibile diminuzione nel contrasto; per ridurre significativamente tale problema dovrete usare un altro foglio nero, ritagliandoci al centro un cerchio, e far sì che l'obiettivo "guardi" attraverso esso.

L'ultimo accorgimento da prendere è illuminare il picciolo, che rischia di restare molto scuro. Per illuminarlo è necessaria una seconda fonte di luce, ma bisogna stare attenti a far sì che la luce non cada anche sulla parte scura della melanzana (vogliamo che resti nera); per far ciò ho utilizzato uno snoot con griglia a nido d'ape (per ridurre ulteriormente il campo visivo della luce), direzionato accuratamente.

Niente d'eccessivamente complicato quindi, è un lavoro che richiede soltanto un po' di pazienza e attenzione, e che dimostra, se ce ne fosse bisogno, che anche con poche luci e senza grandi investimenti economici è possibile ottenere delle immagini interessanti.

Il carnevale di Aliano by Alessandro de Leo

In provincia di Matera si trova un piccolo paese, Aliano, abitato da poco più di mille abitanti, noto soprattutto per aver ospitato Carlo Levi, confinato in Basilicata dal regime fascista, il quale ha ambientato proprio qui il suo romanzo più conosciuto, "Cristo si è fermato ad Eboli". Passeggiando per le vie del paese s'incontrano i luoghi narrati nel romanzo: ad evidenziarlo ci sono delle targhe che riportano stralci dello stesso.

Ma Aliano non è solo Carlo Levi: ogni anno si celebrano dei riti carnevaleschi con un'antica tradizione alle spalle, consistenti soprattutto nelle danze delle maschere cornute.

Si tratta di maschere di cartapesta dalle fattezze demoniache, ma a mio parere ciò che rende davvero inquietante questo rito sono i suoni: i protagonisti saltano sul posto producendo dei versi cupi, accompagnati da uno strano tamburo il cui suono può ricordare dei muggiti. Nelle danze vengono poi coinvolte delle ragazze vestite da contadine, il che mi ha portato alla mente i sabba (non a caso in quella piazza c'è un bar chiamato "666"!).

Carlo Levi descriveva così questo rito:

Venivano a grandi salti, e urlavano come animali inferociti, esaltandosi delle loro stesse grida. Erano le maschere contadine. Portavano in mano delle pelli di pecora secche arrotolate come bastoni, e le bandivano minacciosi, e battevano con esse sulla schiena e sul capo tutti quelli che non si scansavano in tempo.

Maschera-blu.jpg
Ragazza.jpg
Ballo-2.jpg

L'aria del nord by Alessandro de Leo

Da qualche tempo, che non so ben quantificare, sto subendo la fascinazione delle atmosfere che potrei definire nordiche.

Ho ritrovato questo tipo di immaginario visivo soprattutto in alcuni film di cui mi sono letteralmente innamorato e che elenco nell'ordine in cui li ho guardati: Va' e Vedi (Klimov), Canzoni del Secondo Piano (Andersson), Still Life (Pasolini), Du Levande (Andersson). Questi quattro film, di cui peraltro consiglio la visione a chiunque, hanno in comune la prevalenza del grigio o di colori decisamente poco saturi, oltre ad una luce tendenzialmente molto morbida. In particolare Pasolini e Andersson (sicuramente il primo si sarà ispirato al secondo) condividono un estremo rigore compositivo e inquadrature quasi sempre fisse.

Motivato da quanto visto ho cominciato i primi studi per ricreare lo stesso tipo di sensazione, cominciando da degli still life. Sono partito fotografando una cicoria su legno grigio e sfondo anch'esso grigio.

Cicoria.jpg

Il secondo tentativo l'ho fatto fotografando un peluche reduce da una brutta esperienza con il mio cane; come potete vedere non ha più una faccia.

Peluche-senza-volto.jpg

Infine mi sono cimentato nel cercare lo stesso tipo d'atmosfera con un soggetto umano, e quello più facilmente reperibile nell'immediato era il sottoscritto. Ecco quindi il mio primo autoritratto del 2014.

Autoritratto-21-2-14-2.jpg

Per il momento sono solo esperimenti, ma se c'è una cosa che ho imparato è che spesso da questi studi vengono fuori spunti da applicare in situazioni anche molto diverse da quelle originali.

Cluster C by Alessandro de Leo

Maria-3.jpg

Chi seguiva il mio vecchio blog sa che pochi mesi fa ho fotografato Cluster C per il suo nuovo progetto solista: chitarra, voce e loop station.

Dopo poco tempo il circolo Arci Open Source ha organizzato un concorso per band emergenti, chiamato Open Up, e i membri del direttivo hanno scelto di premiare il secondo classificato con un servizio fotografico tenuto dal sottoscritto. Ebbene, chi va a vincere il secondo premio? Ma naturalmente Cluster C!

Quindi le nostre strade s'incrociano di nuovo in poco tempo, e ricomincia lo scambio di input per ottenere delle foto diverse dalle precedenti, ma senza stravolgimenti d'immagine.

Essenzialmente il percorso è stato questo: ho cominciato da foto pulite, basandomi su alcune idee proposte dall'artista stessa.

4.jpg

Dopo di che ho scelto di sporcarle utilizzando la macchina del fumo per creare un effetto più sospeso e indefinito.

1.jpg

Infine ci ho messo il mio timbro, facendo diventare la scena più cupa e trasformando Cluster C in una silhouette sfocata, quasi una fantasma.

5.jpg